Art Brut
Fuori dalla cultura artistica ufficiale o sperimentale, esiste una produzione indipendente dove si manifesta spontaneamente uno spirito creatore, che non segue modelli, ignora le tecniche, né si propone una finalità esterna alla propria necessità espressiva, ma inventa da sé le proprie regole e il proprio vocabolario.
L'artista brut è un marginale e un autodidatta, la cui opera ha origine nella solitudine, nel disagio, spesso nella sofferenza, caratterizzandosi per l'impegno totalizzante e per la sua inventività ribelle, diversificandosi perciò sia dalla decoratività inoffensiva dell'arte naïve che dalla pittura dei dilettanti, tesa invece a imitare linguaggi e tecniche convenzionali.
La nozione di Art Brut viene coniata nel 1945 dall'artista francese Jean Dubuffet (1901-1985), che inizia a collezionare opere di creatori irregolari. Nel 1976 la sua raccolta diventa il nucleo fondatore del museo Collection de l'Art Brut di Losanna. Da allora i musei, le collezioni private, le manifestazioni in Europa e negli Stati Uniti, dedicate a questo tipo di produzione artistica, sono sempre più numerose, così come è in atto un ripensamento critico, mentre si rivela frequente il caso di artisti di professione che si sono ispirati alle invenzioni estetiche degli irregolari.
Brut significa grezzo in opposizione a “culturale”, ma anche puro, autentico, incontaminato.
Art Brut nasce da una imperiosa necessità interiore.
La parola chiave è Intensità.
Art Brut amplia la nostra comprensione di quanto il gesto creativo, sia negli artisti di professione che negli autori spontanei e fuori dalle norme, attinga a una necessità psichica che è propria della vita mentale umana.