Salvatore Bonura

Salvatore Bonura (Sabo)
Palermo 1916-1975

Figlio di un salumiere, ha un rapporto privilegiato con le donne della sua famiglia che mantiene per tutta la sua vita. Interrotti gli studi poco dopo le scuole elementari, si dedica con scarso successo al commercio. Sotto le armi durante la seconda guerra mondiale, al ritorno si sposa senza però riuscire ad adattarsi alla vita pratica e senza intraprendere con continuità nessuna attività lavorativa. Inizia a dipingere da autodidatta intorno ai cinquant'anni. Dopo l'incontro con il giovane artista Michele Canzoneri che lo incoraggia, conosce alla fine del 1968 l'imprenditore Liborio Teresi che si appassiona al suo universo figurativo metamorfico e ossessivo decidendo di diventare il suo mecenate. Da quel momento in poi si firma Sabo e, al riparo da preoccupazioni economiche, produce centinaia di quadri fino alla morte per tumore. Sue opere si trovano presso il Museo Civico di Gibellina (Tp), la Collection de l'Art Brut di Losanna, la Fabuloserie di Dicy in Francia, e in diverse collezioni private siciliane.

Bibl.: Sabo, testi di V. Fagone, L. Sciascia, A. Uccello, T. Zancanaro, nota biografica di E. di Stefano, catalogo (Palermo, Civica Galleria d'Arte Moderna, giugno 1975); E. di Stefano, Sabo, Museo Civico di Gibellina, gennaio-febbraio 1987; E. di Stefano, Sabo e i cento occhi della metamorfosi, in Id., Irregolari. Art Brut e Outsider Art in Sicilia, Kalós, Palermo 2008, pp. 120-133; Le Matriarche. Opere di Sabo e BSD Moro, a cura di E. di Stefano, Fondazione Orestiadi, Gibellina 2011.


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